L'abruzzese che metteva le scarpe alle stelle
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Illustrazione generata con ChatGPT, intelligenza artificiale |
di Alessio Del Rossi
Che cos'hanno in comune Castiglione a Casauria (PE) e Hollywood ? Un bel niente, però in questo piccolo spazio dedicato alle storie del nostro territorio, ve ne racconteremo una molto interessante che lega la più nota azienda di moda e la patria del cinema americano al piccolo paese del casauriense: quella di Emidio Spezza.
Emidio nasce l'8 giugno 1884 a Castiglione a Casauria, allora in provincia di Teramo, dal padre Luigi Spezza e Domenica D'Intino. Il giovane apprende, tra le ruve del paese, l'arte del calzolaio e a 25 anni decide di mettersi in viaggio. Castiglione conta parecchi abitati e nel centro storico si vive nella promiscuità e nella fame; certo, il padre è un possidente, ma alle volte questo non basta, ed Emidio decide di intraprendere un lungo viaggio: andare a cercare la fortuna alla Merica, nello specifico a Los Angeles.
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Emidio Spezza. Foto presa da Four centuries of Italian-American history di G. E. Schiavo |
Il 27 aprile 1909 Emidio arriva negli Stati Uniti con la nave S.S. Cretie, salpata dal porto di Napoli, e sui registri dei passeggeri già viene identificato come shoemaker, calzolaio. Per qualche anno fa la spola tra Castiglione a Casauria e gli Stati Uniti, fino a stabilizzarsi, aprire una bottega e portarsi alla Merica anche una giovane ragazza del paese, Ersilia Fasciani, che gli regalerà due bellissime figlie.
Una bellissima, stupenda storia italiana di un meridionale emigrato all'estero. La storia potrebbe chiudersi anche qui, con il matrimonio, la vita felice, l'apertura della bottega e la nascita delle bimbe, ma non è tutto.
Emidio Spezza, il cui nome basterebbe già da solo a svelarne la provenienza casauriense, apre a Los Angels una piccola bottega e fa quello che sa fare meglio: il calzolaio. I primi anni di lavoro sono duri: l'affitto, i materiali, una città enorme di cui non si vede neanche la fine e in cui Emidio si sente un pesce fuor d'acqua. Ma le scarpe di Emidio piacciono alla gente di Los Angeles, anche perché è l'unico a produrle con uno speciale rialzo inventato proprio da lui, e così inizia a farne un vero e proprio bisinìss.
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Scarpe prodotte da Emidio Spezza nel 1938 e indossate da Mae West, oggi in mostra al FIDM Museum di Los Angeles |
Il nome di Spezza circola in città e un tipo in giacca e cravatta si avvicina presso la sua bottega e si presenta come Al Boasberg, screen director, ossia regista di pellicole cinematografiche. Emidio non ne capisce molto, né di cinema né di registi, ma si rende conto fin da subito che ha davanti a sé un'occasione d'oro.
Qualche giorno dopo riceve nella sua bottega un attore mandato lì proprio da Boasberg: lo fa accomodare, prende le misure del suo piede e fa qualche scarabocchio su un foglietto. Lavora a quel paio di scarpe giorno e notte e poi le consegna al tipo in giacca e cravatta che si fa chiamare screen director. Pagamento a 60 giorni.
Dopo neanche una settimana ecco che torna il regista: non vuole pagare perché le scarpe non sono della misura giusta e l'attore le ha rifiutate, durante le prove gli sono venuti anche i calli ai piedi. Emidio, temprato dalla fame ma soverchiato dai costi in una America bella ma così diversa da Castiglione, alza la voce e chiede il conto, è disposto ad accettare anche la metà del prezzo pattuito, purché non ci rimetta i costi del materiale!
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Scarpe prodotte da Emidio Spezza. Immagine di Heritage Auctions. |
Siamo nella prima metà del Novecento, le recensioni su Google sono ancora fantascienza, ma il regista se la prende così tanto che fa scrivere un articolo dello spiacevole evento su tutti i giornali locali (The Los Angeles Times, The Los Angeles Evening, ecc.). Emidio è deluso, più da sé stesso che dal comportamento del regista: riflette, studia, lavora senza sosta per capire come diavolo sia successo quell'incidente.
Tuttavia, nel frattempo, arrivano altri registi e altre commissioni. Le scarpe di Spezza, nonostante tutto, sono sempre più amate dalla Los Angeles bene, da chi se le poteva permettere, per lo più attori e attrici, e delle migliori, delle più famose: Greta Garbo, Barbara Stanwyck, Claudette Colbert, Marlene Dietrich, Shirley Temple; e poi George Raft, Bing Crosby, Robert Taylor, Kirk Douglas, Mario Lanza sono tutti suoi fedelissimi clienti.
Nel 1923, dopo essere stato a Boston, approda a Los Angels anche Salvatore Ferragamo e i due frequentano gli stessi ambienti, forse si conoscono, ma dopo qualche anno il giovane Salvatore torna in Italia, nel 1927, e fonda a Firenze l'azienda che sarà destinata ad avere una lunghissima vita e una fama mondiale.
C'è chi dice che Emidio Spezza sia stato il maestro di Ferragamo (ma al momento non abbiamo fonti che l'attestano).
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George Raft ed Emidio Spezza. Foto d'epoca presa sul web (non più disponibile). |
Siamo nel 1936 ed Emidio Spezza è già noto in tutta Los Angeles come "Shoes the Stars", ovvero colui che mette le scarpe alle stelle, come riporta Giovanni Schiavo in Four centuries of Italian-American history.
Le sue scarpe possiamo ancora ammirarle in tantissimi film:
- in Il segno della croce (1932) ai piedi di Claudette Colbert;
- in Heidi - Zoccoletti olandesi (1932) ai piedi di Shirley Temple;
- in Billy the Kid - Terra selvaggia (1941) ai piedi di Robert Taylor;
- in Il grande Caruso (1951) ai piedi di Mario Lanza
- e tanti altri!
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Etichetta di Emidio Spezza su un suo paio di scarpe. Immagine di Heritage Auctions. |
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