Territorio

In passato, il territorio casauriense legò il suo sviluppo proprio alla presenza dell'abbazia di San Clemente (Castiglione a Casauria), fulcro culturale ed economico di un sistema che diede i natali alla maggior parte dei comuni, allora feudi, che oggi si affacciano sulla Valle del Pescara, e non solo. Ma già nel periodo romano il territorio doveva avere un suo particolare rilievo, basti pensare alla presenza del pago di Interpromium sulla Tabula Peutingeriana, un villaggio sorto proprio nei pressi dell’abbazia di San Clemente a Casauria e attraversato dalla Via Valeria.

L’importanza del complesso abbaziale si rintraccia anche nella stesura di una delle più importanti fonti medievali, il Liber instrumentorum seu chronicorum monasterii casauriensis seu chronicon casauriense, redatto da Giovanni di Berardo attorno alla metà del XII secolo e che data la fondazione dell’abbazia all’871 da parte di Ludovico II.


Vera e propria fucina di cultura dell’Abruzzo medievale, l’abbazia ha vissuto momenti di splendore, seguiti da periodi di decadenza, e ha legato il suo nome ad altrettanti eccelsi personaggi della storia medievale e contemporanea che hanno avuto ruoli decisivi per la sua nascita, rinascita e riscoperta: il carolingio Ludovico II, l’abate Leonate, Giovanni di Berardo, Pier Luigi Calore, Gabriele d’Annunzio, Francesco Paolo Michetti.


Importanti studiosi si sono interessati al Chronicon Casauriense, all’abbazia e alle epigrafi rinvenute da Pier Luigi Calore in prossimità del cenobio; per citarne solo alcuni: Ludovico Antonio Muratori, Theodor Mommsen, Antonio De Nino, Vincenzo Bindi, Giovanni Pansa, Alessandro Pratesi, Paolo Cherubini.


Oltre all’importanza storica regionale e nazionale del sito di Castiglione a Casauria, oggi gestito dalla Direzione Regionale Musei Abruzzo, vorremmo evidenziarne anche l’importanza per le comunità locali afferenti ai diversi comuni che comprendono l’area casauriense, le quali sentono forte il legame con un monumento che per secoli è stato uno dei centri culturali più floridi d’Abruzzo e una delle tappe fondamentali della transumanza attraverso il ramo Centurelle-Montesecco e la nota Fiera del Ponte del 27 maggio (oggi scomparsa).


Ultimo elemento, ma non per importanza, è la cultura enogastronomica casauriense, anch’essa derivante dalla florida storia abbaziale e ai numerosi feudi limitrofi che sono andati specializzando la loro produzione: si veda la presenza di antiche vasche di pigiatura a Pietranico, la produzione olearia di Tocco da Casauria e la sua varietà tipica Toccolana, la storica produzione vinicola di Castiglione a Casauria e la sua varietà tipica del Moscatello, così come i numerosi piatti tipici derivanti dal passaggio della transumanza e ai collegamenti tratturali, che favorivano lo scambio, anche interregionale.

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