Leggende di Casauria - La cìtela ‘stute





Un signore disse un giorno al fattore:

        - Va in campagna, e vedi un po’ che fanno i socci.

Il fattore entra in una masseria, e non trova che una bambina di tre o quattro anni.

        - E tuo padre? -, le domanda.

        - E’ andato a chiudere il vado della Tentazione - le risponde la bimba.

        - E tua madre?

        - E’ andata a riportare la farina dell’anno passato.

        - E tuo fratello?

        - E’ andato a uccidere in campagna.

        - A uccidere?

        - Sì, i pidocchi.

       -  E tua sorella?

       -  Si sta a piagnere l’allegria dell’anno passato. 

Infatti la sorella era sposa da un anno e, in quel giorno, coi dolori del parto.

        - E tu qui che fai?

        - Guardo chi sale e chi cala.

Chi saliva e chi scendeva erano pochi fagiuoli che bollivano in una pignata.

Il fattore riferì al padrone il dialogo tra lui e la bambina. Il padrone, al sentire che la famiglia era molto povera, e quella bimba tanto sagace, mandò grano, moneta ed altro ben di Dio, e li fece stare meglio.




Questa novella veniva tramandata oralmente a Castiglione a Casauria.

Abbiamo chiesto a diverse persone anziane del nostro paese, ma sembra che nessuno la ricordi più. Non ne è rimasta traccia, ma per fortuna, Gennaro Finamore la trascrisse in Tradizioni popolari abruzzesi, 1882, localizzandola proprio a Castiglione a Casauria.


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